I disturbi dell’umore interessano circa il 13% della popolazione generale con un impatto considerevolmente negativo sulla qualità della vita e sul rendimento scolastico e lavorativo, rappresentando una delle principali cause di disabilità nella fascia di età dai 15 ai 45 anni. Tra le varie dimensioni che influenzano l’espressione clinica, il decorso e la prognosi di questi disturbi rivestono un ruolo fondamentale le alterazione dei ritmi circadiani. Questi ultimi sono oggetto di studio della cronobiologia, disciplina rivolta a definire e indagare i processi biologici a carattere ritmico (fluttuazioni dell’umore, attività quotidiane e sociali, appetito, ritmo sonno-veglia, temperatura corporea, increzione di cortisolo e melatonina). Continua a leggere…
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