Disturbi della condotta alimentare
Quando il peso condiziona l’esistenza.
I disturbi della condotta alimentare sono caratterizzati da un alterato rapporto con il cibo e con il proprio corpo. In questi casi l’alimentazione può assumere modalità assai disordinate o talora ritualistiche. Sovente l’esordio fa seguito ad una dieta messa in atto con l’intento di conseguire un’immagine corporea ideale, in accordo a quelli che sono i canoni proposti dalle pubblicità.
Emma, 16 anni, si presenta in clinica con un aspetto da modella, anche se il suo viso è evidentemente emaciato. Emma non capisce cosa ci sia di sbagliato in lei, a suo avviso solo il rendimento scolastico è un po’ peggiorato nell’ultimo periodo. La ragazza era stata visitata da un medico prima del ricovero il quale ha segnalato i seguenti problemi: amenorrea (assenza di ciclo mestruale a causa di malnutrizione), battito cardiaco irregolare e carenza di potassio. I genitori riferiscono una significativa perdita di peso e la messa in atto di comportamenti bizzarri: lettura ripetuta delle etichette degli alimenti per contare le calorie, rifiuto di ogni contatto con il cibo in presenza di altri, attività fisica esagerata. In risposta alle preoccupazioni dei genitori, Emma replica che le loro insistenze per un intervento medico di fatto sono una forma di punizione a causa del suo calo nei voti scolastici. Covando ostilità verso di loro, poco prima del ricovero è rimasta chiusa in camera per due giorni, senza alimentarsi, ma nonostante tutto sostiene “…io sto bene non c’è niente che non vada in me…”.
L’Anoressia nervosa si manifesta con gravi restrizioni alimentari, associate al rifiuto di mantenere il peso corporeo a valori normali per l’età e la statura , tanto da raggiungere livelli al di sotto dell’85% del peso standard. La persona affetta vuole essere sottopeso, pervasa dal timore di ingrassare o di essere grassa, anche quando raggiunge livelli di emaciazione; il modo in cui si vive il peso o la forma del corpo è chiaramente alterato. L’autostima stessa è in funzione del peso. Infine, l’anoressia si associa ad amenorrea, cioè assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi. E’ molto più rappresentata nel sesso femminile.
Lisa, 21 anni, presenta ricorrenti abbuffate di cibo seguite da vomito autoindotto (riferisce anche due episodi al giorno). Non risulta sottopeso e la sua richiesta è di guarire da queste condotte patologiche per finalmente dimagrire e non dover più ricorrere a condotte di eliminazione. Pur mangiando abbastanza regolarmente a colazione, pranzo e cena, nel pomeriggio, quando arriva a casa, lontano dagli sguardi dei suoi genitori, si abbuffa di tutto quello che c’è nel frigo per poi vomitarlo un attimo dopo “…passa un’ora esatta, mezz’ora per abbuffarmi e mezz’ora per vomitare tutto“. Il giorno dopo spererebbe di digiunare, ma tutto si ripete secondo le stesse modalità. In ogni momento il suo pensiero dominante riguarda il cibo: rimugina su quanto ha mangiato, su quanto potrebbe ingrassare, su quali diete potrebbe fare per perdere qualche chilo. Soltanto andando avanti con la terapia descriverà con molta sofferenza la vergogna che sente per non riuscire a controllarsi, parlando “di un mostro che vive dentro di lei incontrollabile” .
La Bulimia Nervosa si caratterizza per abbuffate ricorrenti. Una abbuffata consiste nel consumo di una grande quantità di cibo in un tempo definito (ad esempio di due ore), associato alla sensazione di perdere il controllo durante l’episodio e quindi di non riuscire a smettere. Per prevenire l’aumento di peso vengono messe in atto condotte compensatorie (vomito autoindotto, lassativi, diuretici, clisteri, esercizio fisico eccessivo). Come nell’Anoressia, i livelli di autostima sono influenzati dalla forma e dal peso corporeo. Per porre la diagnosi di bulimia le abbuffate e le condotte compensatorie si devono verificare almeno due volte la settimana, per tre mesi.